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di Andrea Marchiori

La Trapper in vetrina E c’è anche la pizza con cipolla e tastasal

I PROTAGONISTI 29 nov 2021
Tra cucina e sala I protagonisti dello staff della «Trapper» di Casaleone Tra cucina e sala I protagonisti dello staff della «Trapper» di Casaleone

 Un tuffo nel moderno dopo anni di tradizione alle spalle: Trapper nasce così, da una scommessa personale di Mattia Buffo, giovane ristoratore di trentasei anni che vive il mondo della cucina veronese dal 1991 e che, dal 2015, ha deciso di mettersi in gioco a Casaleone, comune da poco più di seimila abitanti, con un’idea tutta sua di locale. La storia. «Trapper è nato sei anni fa da una costola di un'osteria, perché da vent'anni, in centro a Cerea, abbiamo un locale di cucina tipica. Io ero “stanco” di quel format e mi sono staccato», spiega il titolare, «mentre mio papà è rimasto lì. Abbiamo aperto questo locale che lavora sì come pizzeria ma anche come birreria e hamburgeria/steakhouse». Il locale nasce al posto di una vecchia stalla, risalente al ‘600. «Era una stalla davanti alla chiesa, in piazza della Vittoria. Faceva parte di un palazzo storico con davanti scuderie, depositi. L’abbiamo ristrutturato e adesso contiamo centocinquanta posti su due piani e un estivo da un centinaio». Menù per tutti. Una pizza leggera, il cui impasto supera le 48 ore di lievitazione, con l'utilizzo di prodotti rigorosamente freschi. «Abbiamo la nostra scelta di pizze, dai vari gusti, poi steakhouse e hamburger, con lo stesso pane utilizzato per pizza ma con un'altra lievitazione, con farina classica 00, napoletana». La pizza della casa, La Trapper, è a base di tastasal, peperoni, cipolla e ricotta fresca. La peculiarità del locale sta nella grande rotazione di ingredienti in base alla stagione. «Ogni mese facciamo una pizza e un panino nuovo che non si ripete mai: da due anni proponiamo con regolarità una ricetta nuova, tanto che ormai i clienti ci chiamano per chiedere cosa abbiamo in serbo», racconta ancora il titolare. «Per dicembre, per esempio, abbiamo in mente una pizza con patate viola, stracchino, speck trentino affumicato nella paglia, nocciole del Piemonte e funghetti prataioli al forno». Non può mancare un'ampia scelta di birra. «Ne abbiamo quattro fisse: bionda, rossa, bianca e nera e poi una o due più particolari, in base alla stagione. In inverno abbiamo una Weiss affumicata e una bionda di Natale». L’iniziativa. Mattia ha deciso di partecipare all’iniziativa quando amici, titolari di un'altra attività, gli hanno comunicato di aver tenuto da parte diversi tagliandi. «E’ grazie a Marco e Federica, del Bar la Piazzetta, che l'ho saputo. Tra l'altro, loro hanno partecipato al Commesso dell’anno. Da lì è partito un grande movimento: ne abbiamo parlato con i clienti e ora è una soddisfazione vederli contribuire a questa bella sfida». Alla base c'è un legame forte e duraturo, strettosi ulteriormente nel periodo delle restrizioni da Covid-19. «Durante il periodo di lockdown, la richiesta di asporto era altissima e si è mantenuta tale anche dopo. Ci siamo sempre dati da fare per il cliente e molti ci hanno premiato per la nostra puntualità e precisione». Se la meticolosità e l'attenzione per il cliente fanno la differenza da Trapper, gran merito, secondo Mattia, va diviso con il suo staff. «Aprire qui è stata una scommessa. All'inizio non ci credevano molti, oggi si può dire che è una scommessa vinta, anche grazie all'aiuto dei ragazzi che lavorano con me: dal cuoco, Thomas, a Roberto, il pizzaiolo, al mio braccio destro di sala, Maba. Siamo una bella squadra, collaboriamo insieme, ci diamo delle dritte a vicenda». La cucina di Buffo in definitva può riassumersi in due parole: novità e ricerca. «I clienti sanno che non siamo mai ripetitivi ma studiamo, ricerchiamo, mantenendo freschezza e un costo adeguato». •.

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